New Historicism

Il New Historicism (Nuovo Storicismo) è un indirizzo della teoria della letteratura, fondato alla luce della Teoria critica, sviluppatosi negli anni '80, principalmente grazie al lavoro del critico Stephen Greenblatt, che ha guadagnato grande influenza nel corso degli anni Novanta.

I 'nuovi storicisti' mirano contemporaneamente a comprendere l'opera attraverso lo studio del suo contesto storico e a capire la storia culturale e intellettuale attraverso lo studio letterario della letteratura, che in qualche modo documenta il nuovo approccio alla storia delle idee. Michel Foucault ha basato il suo approccio sia sulla consapevolezza dei limiti di una conoscenza culturale collettiva che sulla tecnica di esaminare una vasta gamma di documenti per capire l'episteme di un particolare periodo storico. Il nuovo storicismo si afferma come un tentativo di maggior neutralità in rapporto agli eventi storici, e di maggior sensibilità verso la diversità culturale.

H. Aram Veeser, introducendo un'antologia di saggi, The New Historicism (1989), ha evidenziato alcune ipotesi-chiave che appaiono regolarmente nel discorso del nuovo storicismo:

  • ogni atto espressivo è incorporato in una rete di pratiche materiali;
  • ogni atto di smascheramento, critica e opposizione usa, in ultima analisi, gli strumenti che condanna e rischia di cadere preda alla pratica che espone;
  • testi letterari e testi non-letterari circolano inseparabilmente;
  • nessun discorso, di fantasia o documentario, dà accesso a verità immutabili, né è in grado di esprimere una pretesa natura umana inalterabile;
  • il metodo critico e il linguaggio utilizzato per descrivere la cultura capitalistica sono inevitabilmente partecipi dell'economia che descrivono.[1]
  1. ^ H. Aram Veeser, (ed.), The New Historicism, New York, Routledge, 1989, "Introduction", p. xi.

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